ETICHETTA SACCA
Anche il sangue ha la sua etichetta, un po’ come gli alimenti,
che permette di conoscere la provenienza e gli “ingredienti” per un’identificazione certa. La sicurezza del sangue è quindi una questione di “etichetta” che ha lo scopo di:
– ridurre notevolmente ogni rischio di errore di identificazione e ogni eventualità di scambio
– assicurare la tracciabilità o rintracciabilità del percorso dal donatore al ricevente.
Tutti i servizi trasfusionali e le unità di raccolta devono adottare un codice di identificazione prelievo/unità così come definito dalla corrispondente normativa UNI 10529 sull’etichettatura. Questo sistema di etichettatura del sangue raccolto deve identificare, senza possibilità di errore, il tipo di contenuto. Devono essere leggibili a occhio nudo e con il lettore automatico:
– contenuto della sacca (tipologia di emocomponente);
– gruppo sanguigno AB0 e fattore Rh;
– data di donazione e di scadenza;
– numero identificativo della donazione;
– nome e indirizzo della struttura;
– elenco ed esito negativo dei controlli infettivologici obbligatori (Virus dell’epatite B, HBV; Virus dell’ epatite C, HCV; AIDS: Human Immunodeficiency Virus, HIV; Sifilide: Treponema pallidum, TP).
– temperatura di conservazione;
– volume o peso netto;
– composizione e volume dell’anticoagulante e se presente della soluzione additiva;
– eventuali altri fenotipi gruppo-ematici (se ricercati);
– avvertenze per la conservazione e la trasfusione.
Giusto per capirci, ecco come si presenta un’etichetta di una sacca di sangue e come si fa a leggerla.